giovedì 24 settembre 2009

Arkeon e la dottoressa Lorita Tinelli

Ogni successivo documento che diventa pubblico su questa vicenda di Arkeon - e in particolare ogni parola scritta dalla dottoressa Tinelli – mi lascia più sgomento.

Già da tempo, leggendo sul suo sito personale il suo CV da lei stessa postato, mi ero fatto la personalissima idea che fossimo in presenza di una persona di modesto spessore professionale: impressione che trova semplicemente conferma in quanto recentemente postato sul sito Lorita Tinelli Svelata. Ciò che, però, mi lascia allibito è che qualcuno abbia preso sul serio e continui a prendere sul serio certe sue affermazioni molto gravi e impegnative, nonostante le missive che ricevono da costei.

Emblematico in questo senso il fax pubblicato recentemente sul blog di Silvana Radoani inviato nel 2007 dalla Tinelli al Pm di Bari incaricato delle indagini sul caso Arkeon, nonché ai presidenti degli ordini degli psicologi della Puglia e dell’Emilia.

In sintesi il fax dice tre cose: segnala ai destinatari che “sul sito dell’Associazione della Radoani è stato pubblicato un articolo inerente il caso Arkeon” (il famoso documento con cui la Radoani esprimeva valutazioni circa la presunta relazione tra Arkeon e Padre Cantalamessa); riassume la storia della relazione tra Radoani e Tinelli (ovviamente vista solo dal lato della Tinelli); asserisce che la Radoani non possa sapere nulla di Arkeon.

Non entro nel merito della contesa tra Radoani e Tinelli e nei contenuti del fax a questa relativi. Ma un lettore non addentro ai trascorsi della dottoressa potrebbe chiedersi ingenuamente “…e che gliene dovrebbe fregare a un PM di queste cose?”.
A questa domanda per fortuna risponde nel fax la Tinelli stessa, con l’innocenza di chi non si rende conto di ciò che dice.

Prima risposta: “La divulgazione di informazioni imprecise crea destabilizzazioni tra i fuorusciti e gli attuali aderenti”.
A parte che è curioso leggere la preoccupazione della Tinelli non solo per i fuoriusciti ma anche per quegli aderenti che sul suo sito sono stati dileggiati, che ha segnalato alla polizia e contribuito a sbattere in prima serata sulle televisioni… a parte che non si capisce come una stessa informazione possa destabilizzare sia i fuoriusciti sia gli aderenti (delle due l’una, si direbbe)…ma in sostanza cosa dovrebbe farci il PM? arrestare la Radoani per il reato di tentata destabilizzazione di fuoriuscito?

Seconda risposta: “La divulgazione di informazioni imprecise crea destabilizzazioni per le indagini stesse perché la confusione tra informazioni corrette e scorrette potrebbe seriamente inficiare le indagini o crearne dei rallentamenti”.
Che il PM possa essere interessato alla presenza di fattori turbativi delle indagini è forse possibile...ma certamente non sarebbe stato “turbato” da una notizia che probabilmente non aveva finché non gliel’ha fornita la Tinelli; quand’anche l’avesse ricevuta, sarebbe stato libero di chiederne conferma alla Tinelli (o magari ad altri, metti mai!) senza che lei si disturbasse a preoccuparsi per lui; e comunque si dà anche il caso che questi potesse saper distinguere il vero dal falso senza il suo aiuto. Insomma, il lettore non addentro ai trascorsi della dottoressa probabilmente si immaginerebbe il PM che risponde piuttosto seccato a questa cittadina petulante: “grazie, non si disturbi!”
Il punto invece sembra essere proprio che lei “si disturba” perché al centro ci dev’essere lei, le notizie deve fornirle lei, l’interpretazione dei fatti deve fornirla lei, come fino ad oggi è stato in tutte le sedi (tv, radio, procura di Bari). Finché lei è la mediatrice di tutto, la verità ha una faccia sola, come nel caso della sua relazioni con la Radoani, dove enuncia le querele che la Radoani ha ricevuto senza però chiarire che vengono solo da lei e che sono state tutte respinte. E poi, finché lei è al centro, può far valere questa infinita lagna da vittima che avanza da tre anni, di essere oggetto di un complotto di persone che vogliono “farla fuori”. Lagna portata avanti nello stesso fax, sul sito del Cesap e in ogni dove, a dispetto del fatto che chi ha denunciato a ripetizione o segnalato alle autorità le colleghe (DiMarzio, Radoani, Santovecchi, Caparesi, Martini) in uno stile professionale “discutibile” è lei.
La sua pretesa di centralità è così forte da portarla a scrivere al PM per segnalare che “qualcun altro sta parlando di Arkeon”. Indifferente al fatto che anche lei ne parla pubblicamente, che anche nel suo sito se ne parla, che anche i giornali ne parlano, che tutti ne parlano, anche chi non sa nulla e dice emerite e palesi sciocchezze …ma evidentemente non possono parlarne “i testimoni di difesa” né altri “esperti” o presunti tali, potenziali concorrenti. Solo lei ha la patente!

Terza risposta: tale divulgazione “in un momento in cui il Cesap e la Tinelli sono oggetto di continui attacchi sulla rete diventa pericolosa e scorretta”.
…eccolo lì il complotto! Ma di nuovo non si capisce in che modo dovrebbe essere pericolosa per il Cesap una lettera (sciagurata, come ho avuto modo di dire alla stessa Radoani sul suo blog) che a tutti gli effetti sposava la linea colpevolista (o almeno sospettivista) del Cesap. Né, di nuovo, si capisce cosa potrebbe farci in tal caso un PM.

Ma la più clamorosa è la quarta risposta, quella che la stessa Tinelli cita come la ragione fondamentale quando dice “ancor di più, millantare in generale una tale preparazione ed esperienza significa dirottare verso di sé persone bisognose di aiuto senza avere la il benché minimo senso delle reali necessità di queste persone …, venire a conoscenza di informazioni senza avere la benché minima capacità di gestire queste informazioni…, assumersi la responsabilità della salvezza della vita delle persone senza a avere la preparazione professionale adeguata”.
Qui veramente vedo il lettore non addentro ai trascorsi della dottoressa incepparsi e balbettare dallo stupore mentre si chiede “…e mo’ questo che c’entra?”
Forse in realtà questo pezzo della lettera era pensato non per il PM per gli altri due destinatari della lettera, gli ordini degli psicologi regionali, come una specie di segnalazione di abuso di professione.
Il grande tema dell’ABUSO DI PROFESSIONE DI PSICOLOGO.
Ora il tema va capito nella sua rilevanza personale: in tutto il corposo curriculum della Tinelli l’unica cosa che abbia un valore in qualche modo oggettivo, verificabile, non autoproclamato è il suo essere laureata in psicologia e iscritta all’ordine. Che, in questo come in altri campi, possano laurearsi cani e porci e che l’esame di abilitazione a qualsiasi ordine sia una buffonata, per cui un semplice titolo di per sé non dimostra nulla, questa è un’altra questione: intanto lei è laureata e iscritta. E LE ALTRE NO. Perché è vero che nel settore degli antisette di psicologi se ne vedono pochi… tanti diplomati, qualche laureato in materie umanistiche, qualcuno magari in psicologia della religione o pedagogia, ma nessuno PSICOLOGO… questo è il punto! Nel settore lei sembra essere l’unica con “il giusto titolo”. La patente.

Ora la Radoani, che non mi sta particolarmente simpatica, sul punto coglie il bersaglio. Cioè che forse le persone non vengono “dirottate”, come sembra pensare e forse crede di poter fare la Tinelli, ma sono libere e capaci di scegliere (e chi sceglie lei sceglie quel certo stile di aiuto personale e di militanza mediatica). E soprattutto che non esiste, come di nuovo sembra credere la Tinelli, una “preparazione professionale adeguata per assumersi la responsabilità della salvezza del prossimo”. Perché non esiste una responsabilità o un ruolo in tal senso (non ce l’hanno i preti e i genitori, che forse ci sono più vicini per missione) e se anche esistesse non sarebbe certo una modesta laurea in psicologia a poterla sostenere. Ma secondo lei, la Radoani non ha la preparazione per fare ciò che invece lei fa.
Di nuovo lei, sempre lei al centro, addirittura responsabile della salvezza del prossimo e quindi, in quanto combattuta e osteggiata da ostili censori, vittima innocente, oserei dire martire (senonchè vive).
A questo proposito mi ha sempre colpito che le persone che postano sul Cesap non solo non abbiano mai fatto alcun distinguo rispetto alle sue opinioni, neanche una volta, ma anzi ne difendano sempre a spada tratta “la santità”, mentre molti dei blogger che scrivono positivamente di Arkeon non hanno mancato di evidenziare critiche tanto ad Arkeon quanto al suo fondatore, che pure per molti di noi non è stato solo il maestro ma è anche (soprattutto) un amico e un compagno di anni di vita.

Allora, per tornare a quanto dicevo all’inizio, quando leggo un fax come questo mi chiedo come possano i vari destinatari non porsi delle domande. Domande serie, intendo.

2 commenti:

  1. A me quello che più sconcerta dell'apparire pubblico della dottoressa Tinelli è la ricerca - anzi pretesa - di una certa immunità. In ogni lavoro è normale che gli altri giudichino - a torto o a ragione - l'operato di altri. E tanto più si ha un'immagine pubblica tanto più si è esposti - giustamente secondo me - al giudizio altrui. E' normale che il CV venga scandagliato, è normale che le parole dette in TV o altrove vengano analizzate una per una. E per un professionista dovrebbe essere anche una garanzia, perchè operare davanti agli occhi critici degli altri dovrebbe limitare la possibilità di errore. Penso anche che se un professionista è sicuro del proprio operato non dovrebbe avere alcuna difficoltà a rispondere nel merito alle critiche ricevute. Anche perchè a me sembra che la nostra dottoressa quello che ha ricevuto in questi anni e a cui non ha risposto siano critiche al suo operato come "professionista", non alla sua "persona" come prova a far passare in TV. Capisco che l'atteggiamento della dottoressa Tinelli sia un po' tipicamente italiano e non risparmi neanche il nostro Presidente del Consiglio (almeno lui sbandiera il consenso popolare lei non ha neanche questo dalla sua ;-) ). E capisco anche che ai programmucci cui presenzia non interessa un dibattito serio ma solo rimestare nella morbosità collettiva. Resta tuttavia lo sconcerto di chi credeva che - nonostante tutto - che una certa respnsabilità davanti ai cittadini e - maggiormente in questa storia- davanti ai bersagli della sua "professionalità" ci dovesse pur essere.
    Ciao e a presto.
    Fioridiarancio

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  2. Dici bene, Fioridarancio. E' ovvio che chi si espone pubblicamente debba essere pronto a rispondere nel merito.
    Del resto l'atteggiamento di segnalare alla polizia o denigrare qualunque altro studioso si occupasse dell'argomento arkeon è proprio il sintomo della paura che emerge la mancanza di argomenti di fondo e di perdere il monopolio quella gallina dalle uova d'ora che è il caso Arkeon. Se così non fosse, da studiosa delle sette e ativitsta antisette sarebbe stata molto contenta di trovare il supporto di altri colleghi nello sgominare la setta malvagia.

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