mercoledì 7 gennaio 2009

Arkeon, Allarme Scientology e il mondo anticult (3)

Post originario: su "Firs"
http://groups.google.it/group/free.it.religioni.scientology/browse_thread/thread/7f17d10cf4c3a52a/eccdfb10a5274158?hl=it&

On 8 Gen, 14:53, Enigma wrote: "rettifico con amarezza, vista la risposta che martini ha dato, credo non abbia capito nemmeno lei. ciao a tutti"

Cara Enigma. Credo di aver compreso ciò che vuoi dire. E, se posso permettermi, credo che anche Martini abbia capito. Immagino che non sia semplice entrare in un NG, trovarci un gran casino e sentircisi tirata in mezzo senza neanche capire perché e con quali responsabilità. Non è assolutamente questo il mio intento, non è a te che mi rivolgo anche se sono tue le parole che ho commentato. Le ho scelte perché credo diano voce a un pensiero che si muove nelle pance di molti che magari sono ben più addentro alle cose. Non è mia intenzione, per quello che può valere, giudicarti o respingerti. Ti ringrazio anzi per la franchezza con cui parli. Per cui ti prego ancora una volta di accettare le mie scuse e di non desistere dal partecipare a questo NG, come mi sembra di percepire dal tuo post.

Da queste premesse, posso e voglio tornare sul tema dei panni sporchi.
Osservando questo ambiente antisette, ho trovato quello che si trova in effetti ovunque: gente in conflitto, che cerca nel migliore dei casi di convincersi reciprocamente, nel peggiore di abbattersi. Questo vale per i settaroli quanto per gli antisette. In questo senso, la “razionalità” che vedo spesso invocata assomiglia tanto a “una tech superiore” :-). Con tutta questa razionalità, vedo i rappresentanti di una stessa “fazione” dividersi e confliggere su tutto. Vedere che gli anticult italiani del 2000 commettono gli stessi errori degli anticult americani dei ’90, che commettevano gli stessi errori degli inquisitori cattolici del 1200, mi conferma che la razionalità è un metodo che non cambia le persone che lo usano.
E allora i panni sporchi.
Non ci sono panni sporchi. Ci sono panni costosi da lavare. Dolorosi. Panni che a volte ci paiono mostruosi, inconfessabili. Ma non è così. I panni miei di solito sono molto simili ai tuoi, e quando anche sono diversi non sono per me più puliti di quanto i tuoi lo siano per te. Portiamo dentro lo stesso cruccio. Lavare i panni sporchi in famiglia, custodire con chi già lo conosce il mio segreto, lo rende ancora più inconfessabile, mi separa dagli altri che non lo condividono, mi fa arrossire ogni volta che il discorso sfiora quel tasto anche se gli altri non lo sanno. L’alternativa non è lavare i panni sporchi in piazza: il dolore e la vergogna richiedono amore. L’alternativa è lavare i panni sporchi INSIEME. Insieme con chi non li ha mai visti, ma a cui sento di poterli affidare. Magari con chi penso non possa capire ma possa comunque rispettare. Infine, se mi sento pronto e se vi trovo un senso, lavare i panni anche insieme a chi li ha sporcati, perché ciò restituisce la libertà tanto a me quanto all’altro. Se si condivide questo, si può forse condividere anche la possibilità di lavare i panni sporchi insieme a tutti i 7.000.000.000 di persone. Perché chi non lava i panni sporchi insieme continua a portarne dentro il dolore e spesso, se non è davvero un gigante di pietra, finisce per pretendere che siano gli altri a lavare i panni suoi. Fuori di metafora, vedere fuori di me tutto ciò che porto dentro di me. Proiettare.

Perché ho fatto qui tutto sto pippone? Perchè da quel che vedo, il mondo antisette è un mondo di ex (ex scientology, ex tdg, ex ….), che si fanno da sé, a volte con titoli a volte senza, ma che operano in un mondo delicatissimo al di fuori di “una scuola”. E in questo tipo di mondo, chi non ha un forte percorso personale alle spalle rischia facilmente di far danni. Tanti hanno detto di Arkéon che “a occuparsi dei vissuti personali si rischia di far danno”. Perché a occuparsi di sette no? Ma voi di Akeon non eravate psicoterapeuti. Perché gli antisette di solito lo sono?
Se guardo al mondo antisette nel suo complesso, non posso non notare come l’intransigenza, la ricerca della lotta e l’apriorismo intellettuale che manifesta all’esterno verso i “gruppi strani” sono gli stessi che manifesta all’interno verso i propri membri. Quale che sia il giudizio di ciascuno, è un fatto che la Tinelli è entrata in conflitto con la Radoani, la Caparesi, la Santovecchi, la DiMarzio e Martini; ma è un fatto che ci sono conflitti anche tra la Gardini e Matini, tra Sotgia e Martini. Con Introvigne non si parla, la Di Marzio ha cambiato idea, Martini è un’apostata. Per forza che poi con quelli di Arkéon non ci parla né l’ARIS né il GRIS né nessun altro. Davvero qualcuno non vede che c’è bisogno di lavare un po’ di panni in Danimarca?
Io credo che in questo ambito ci sia tanta improvvisazione, tanta presunzione e a volte anche un po’ di cattiva fede. Più meno com’era in Arkéon, direi :-) Ma mi chiedo perché - e lo dico molto sommessamente e con grande rispetto - chi è in buona fede non apra una discussione pubblica. Io sogno un bel dibattito in una stanza comunale con le persone di cui sopra, Introvigne, Aletti, Risè etc..etc..a parlare e condividere i problemi, i limiti e i diversi punti di vista di chi lavora in questo settore. E se questo non è possibile o non c’è la disponibilità di tutti, perché chi ha buona volontà non inizia in pubblico, con cautela ma anche con chiarezza, a raccontare i tanti segreti di pulcinella che agitano il mondo anticult. Offrire a se stessi e al mondo la trasparenza che si invoca da Scientology. Non lo si farebbe per un principio di giustizia. Non lo si farebbe neanche per gli altri. Lo si farebbe per se stessi.
A chi più ha, più sarà chiesto.

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