martedì 6 gennaio 2009

Arkeon, Allarme Scientology e il mondo anticult (1)

Post originario: su "Firs"
http://groups.google.it/group/free.it.religioni.scientology/browse_thread/thread/7f17d10cf4c3a52a?hl=it

Salve

vorrei dire anch’io la mia circa la scelta di Martini di chiudere AS. Seguo questo NG da circa un annetto in quanto appartenente ad Arkéon e forse questo mi consente di vedere le cose da una prospettiva leggermente diversa - per certi aspetti forse più ampia - da quella che mi sembra qui prevalere. Premetto che il mio scopo non è parlare di Arkéon, né di Martini, né di Scientology, ma di qualcosa che riguarda anche voi, il gesto di Martini, e che i più in questo NG non sembrano cogliere.

La decisione di Martini era probabilmente inattesa e ha scatenato una quantità di interventi tesi a mostrarle l’apprezzamento e la solidarietà che ritenevate le fossero mancati: le sue riposte hanno chiarito che non era quello l’obiettivo.
Molti hanno letto la diatriba in un ambito puramente “scientologo” come un conflitto tra Martini e la Gardini, o tra lei e Sotgia o addirittura tra lei e Psiche/Giuseppe: ma non avrebbe avuto senso chiudere AS per questo motivo e infatti anche qui Martini ha chiarito che il motivo è altro.
E’ probabilmente andato meno lontano dal vero chi ha detto “chi tocca Arkéon muore”, individuando nel suo intervento a favore della Di Marzio la causa scatenante di tutto quanto è seguito e “maledicendo il giorno” in cui Martini aveva invitato quelli di Arkéon su firs. Qui mi verrebbe da dire “fuochino”.
Certamente è vero che, nella sequenza dei fatti, a quell’intervento in favore di una persona espressasi (si badi bene) non in difesa di Arkéon ma in favore di un approfondimento su Arkéon sono seguite la sua segnalazione all’autorità giudiziaria da parte della Tinelli, l’ingresso su Firs di Psiche/Giuseppe prima attiva solo sui forum relativi ad Arkéon, quindi la querelle con la Gardini e di lì tutto ciò che conoscete meglio di me.
Tra l’altro Martini non è che l’ultima delle “vittime che hanno toccato Arkéon”; prima di lei è venuta la Di Marzio e prima ancora Padre Raniero Cantalamessa, ovvero persone che - come lei - con Arkéon non c’entravano nulla, che mai lo avevano conosciuto frequentato e che probabilmente non ne condividevano, per il poco che ne conoscevano da fuori, né tutto né molto.

Tuttavia anche la risposta “chi tocca Arkéon muore” non è quella giusta. Per comprenderlo basta ricordare che Martini stessa si è definita come l’ultima di cinque “vittime”, di cui solo due (lei e la DiMarzio) per causa indiretta di Arkéon, mentre le altre tre – di cui cito segnatamente Silvana Radoani dell’Asaap e Cristina Capresi del Cesap Friuli - risalgono a prima del caso Arkéon e non hanno mai avuto alcuna relazione connesso. E anche l’acrimonia che sta crescendo sul caso Sotgia, che certo con Arkéon non ha nulla a che vedere, dovrebbe farvi comprendere che il punto è un altro.

Il punto ha a che vedere con ciò che da anni accade nel mondo antisette. Quando nel suo messaggio di chiusura Martini fa esplicito riferimento ad alcune persone (Gardini, Tinelli, Kumbaz) e enti (Aris, Favis, Cesap), chiarisce esplicitamente che ciò che lei giudica grave (e personalmente condivido) non sono tanto o soltanto i comportamenti dei singoli (che pure in alcuni casi dovrebbero avere ben altra statura), quanto la totale assenza di reazioni e prese di posizione di associazioni del mondo antisette, che da queste persone sono rappresentate o che queste persone conoscono e che col silenzio degli ignavi nemmeno hanno espresso pareri opposti difendendo quei singoli.

Si può pensare quello che si vuole (personalmente, molto male) di una professionista come la Tinelli, che dietro le spalle “sparge veleno” contro una collega (la DiMarzio) presso tutti gli altri colleghi, che la “segnala” all’autorità giudiziaria e che fa lo stesso con un’altra collega (Martini) che interviene a difesa della prima: se tutto era morale e nobile perché non farlo pubblicamente? perché non intervenire mai in un dibattito a cui non l’hanno sollecitata i “settaroli” di Arkeon, ma dei colleghi?
Ma quello che mi chiedo è cosa si debba pensare di chi, di fronte a queste modalità, non ha ritenuto di convocare un dibattito trasparente almeno tra pari; non ha ritenuto fare chiarezza e mettere ordine in questo guazzabuglio; non ha compreso - e qui è il punto che credo più importante – che in gioco non c’era un conflitto tra esponenti del mondo antisette, bensì la capacità dello stesso di cogliere le lacune al proprio interno, la mancanza di un “codice deontologico” su come gestire la valutazione dei “gruppi a rischio” e l’aiuto agli ex, le relazioni con l’autorità giudiziaria, l’incapacità di darsi delle regole per gestire conflitti interni a tutela delle persone e – in ultima analisi – della credibilità del mondo antisette.

Attualmente questo mondo sembra una specie di quartiere di periferia, abitato da quattro gatti, sconosciuto dal resto del mondo che vi si tiene alla larga, regolato al proprio interno dalla legge dell’omertà e del più forte. E’ un mondo incapace di dialogare con studiosi e ricercatori, percepiti come un pericolo da evitare perché hanno idee che non si condividono, come se solo chi ha “le ferite sulla pelle” avesse i gradi per parlare. Ma tant’è questo mondo è comunque il solo referente disponibile sia per le persone in cerca di aiuto sia per le istituzioni.

Voi potreste dire “e che mi riguarda? Io voglio solo occuparmi di fare informazione corretta su Scientology. Del mondo antisette non mi può fregar di meno”.
Figuratevi cosa poteva fregare a me del mondo antisette, io volevo solo fare i miei 4 seminari all’anno (quattro!) per guardare meglio certi aspetti della mia vita e per dare ad altri la possibilità che avevo ricevuto io di potermi specchiare e conoscere attraverso un altro.
Poi ho capito che, aldilà dei rilievi mossi ad Arkéon, noi eravamo nel mezzo di un’onda che veniva da prima di noi e che sarebbe proseguita oltre noi, comunque spazzandoci via come in effetti ha fatto. Ne ebbi conferma nel linciaggio mediatico di Cantalamessa (mosso da Assotutor), nell’aggressione giudiziaria alla Di Marzio (mossa dal Cesap nel silenzio pilatesco delle associazioni formalmente avvisate dalla Tinelli), nell’attacco a Martini (idem come sopra), nel raggelante silenzio opposto dalla Fecris e dall’Aris alla richiesta di un semplice incontro mandata avanzata da Pietro Bono, manco si fosse degli appestati…Mole delle modalità oggi in uso erano già state usate nel famoso caso dei Bambini di Satana a Bologna di oltre 10 anni fa (accuse indiziarie di presunte vittime raccolte da un’associazione antisette che agiva come consulente della magistratura, grande clamore mediatico prima di qualunque processo, poi il niente) e certamente proseguiranno oltre, se indisturbate, con altri gruppi…è la stessa storia degli Stati Uniti anni ’90. Non si parla coi settaroli (Bono), non si parla con gli studiosi amici dei settaroli (Introvigne), non si parla con gli apostati (DiMarzio, Martini)!

Siamo all’accusa di apostasia quando la Gardini scrive “Quello che non perdono a Simonetta (Martini o Guidi) è che lei fino allo scorso anno sparava a zero su Introvigne e il CESNUR, poi la sua amica DiMarzio che all'epoca faceva parte del GRIS anche lei sparando su Introvigne ha DOVUTO lasciare il GRIS e guarda guarda è passata al CESNUR con Introvigne e si è rimangita tutto quello che aveva detto sll'emerito finto professore,e purtroppo anche Alessia/Simo si sta rimangiando tutto”!

Non vedete lo sconquasso che una Psiche qualunque ha potuto gettare in un lavoro di anni. In fondo, basta colpire chi alza la testa, gli altri si ritireranno in buon ordine…in fondo cosa li riguarda?

Io credo che la cosa vi riguardi eccome.
Già un anno fa (marzo 2008) ero intervenuto su questo NG, in risposta ad un dibattito aperto da Ignis, per dire che secondo me si stava travisando il problema emerso con la lettera aperta della DiMarzio, scambiandolo per un contrasto tra personalità, a causa dell’INDISPONIBILITA’ a guardare fuori dei propri confini e magari a mettere in discussione alcuni assunti piuttosto fragili. Che chi allora stava pagando (la Di Marzio) era chi aveva osato farlo. Direi che in un anno da allora non è cambiato nulla, se non che si è aggiunta Martini.
Non conosco Martini, se non dai suoi scritti, ma credo che il suo sgomento sia nel vedere che persone capaci “si curano il proprio orto”, che discettano tra di loro per capire chi ha detto cosa e non vedono la piega che tutto l’ambiente sta prendendo o se lo vedono non se ne curano. Credo che lo sgomento sia nel riconoscere i frutti avvelenati che negli hanno portato l’ignavia prevalsa anni fa di fronte al comportamento del Gris di Bologna nel caso Dimitri, la paura di alzare la testa da parte di chi in passato è entrato in conflitto con il Cesap (le prime tre vittime). Conosco questo dolore. E’ quello che in tanti di Arkeon abbiamo provato quando la paura per le modalità del Cesap ha cominciato a fare breccia tra le persone e molte, una alla volta, si sono defilate in buon ordine. A far finta di non aver perso nulla. Come mi sembra fare chi qui scrive “comunque ho salvato tutto AS in locale…ho trovato un altro sito inglese con tanto materiale”…ma sì, studiamo!

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