giovedì 16 luglio 2009

Arkeon e il dialogo con gli antisette (4)

Post originale: commento al blog di Silvana Radoani
http://radoani.ilcannocchiale.it/comments/2288409

[A seguito del mio post "Arkeon e il dialogo con gli antisette (1)" sul blog di Silvana Radoani, la stessa ha postato un commento di risposta. Questa è la mia ulteriore replica. Rinvio chi volesse conoscere per completezza il post della Radoani all'indirizzo del suo blog riportato qui in alto]

La ringrazio per la risposta.
Le lascio una breve replica non per rilanciare (non intendo abusare del suo blog per parlare di cose mie), ma solo per chiarire a mia volta un paio di aspetti.

Anzitutto mi è ben noto che lei non ha alcuna relazione con Arkeon e che non ne ha alcuna conoscenza significativa, eccezion fatta per i fascicoli deliranti ricevuti dalla Tinelli che lei cita. Lei è stata tirata in ballo in questa storia - senza averci nulla a che fare – dalla Tinelli, così com’è capitato alla DiMarzio, a Simonetta Po e a Padre Cantalamessa. Qualunque soggetto terzo con una qualche autorevolezza sia venuto in contatto con Arkeon, pur senza conoscerlo da vicino o condividerne alcunché, è stato aggredito sistematicamente.

In secondo luogo, proprio perché so che non conosce Arkeon, il mio intervento non era in alcun modo finalizzato a chiederle un parere su Arkeon. L’intenzione era invece solo quella di segnalare come ciò di cui lei parlava possa trovare nel nostro caso un valido esempio ancora contemporaneo e di invitare una volta di più il mondo antisette a una riflessione comune con il mondo delle presunte sette, che sempre più sembra assomigliare allo specchio nel quale esso rifiuta di guardarsi.

Infine un appunto in merito alla vicenda di Padre Cantalamessa, non perché mi riguardi o ne voglia prendere le difese, ma perché mi sembra emblematica di un modo di procedere che giudico criticabile e addirittura pericoloso. Apprezzo la chiarezza con cui riconosce che il suo intervento in quell’occasione sia stato poco informato e con cui si rammarica per non aver cercato un confronto con il diretto interessato. Proprio per questo mi permetto di obiettare al ragionamento per cui “chiederò scusa a chiunque mi dimostri di aver avuto torto”. Certo, non siamo nei tribunali dove è l’accusa ad avere l’onere della prova e non la difesa ad avere quello della discolpa…ma adottare liberamente nel proprio piccolo questo sano principio può evitare grossi danni, come quelli prodotti dalla Tinelli accusando molte persone prima di cercare una verifica coi diretti interessati. E’ troppo facile e troppo pericoloso lanciare il sasso e poi chiedere agli innocenti di venire a dimostrare che non se lo meritavano.
Nessuno di noi è il centro del mondo, nessuno di noi è quello a cui rendere conto.
La ringrazio ancora per l’ascolto.

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