lunedì 30 giugno 2008

Arkeon: le vittime, la proiezione, l'informazione

Post originario: su "Parliamo di Arkéon"
http://groups.google.it/group/parliamo-di-arkeon/browse_frm/thread/b8f838bdd16ef3ab/be68982eb0052ee6#be68982eb0052ee6

Intervengo sul tema dell' "ascolto delle vittime".
Proverò a ripetere quanto è già stato detto da tanti decine di volte.

Fino alla prima famosa trasmissione su canale 5 con Maurizio Costanzo, nessuno di Arkéon aveva conoscenza di accuse, presunti crimini o disagi profondi come quelli lamentati da qualcuno sul cesap. Nessuno conosceva la Tinelli o il Cesap. Nessuno conosceva la persona che testimoniava in quella trasmissione, se non gli allievi del maestro che lei aveva frequentato e pochi conoscevano Carlo (chi frequentava i seminari del suo maestro, chi lo aveva incontrato in qualche intensivo).
Questo per un semplice motivo: nessuno era mai venuto a parlare di nulla nei cerchi nè con il Comitato Etico (che già esisteva da alcuni anni). Nessuno ha fatto quanto Psiche dice di aver fatto - giustamente - rispetto al Gruemp, cioè andare dal diretto interessato. Viceversa la prima richiesta di chiarimenti è stata fatta in TV. Addirittura la stessa Tinelli, in non so più quale trasmissione (credo Striscia), dice che era da dieci anni che ci stava addosso..senza mai aver chiesto un chiarimento.

La cosa non è da poco. Chiedere chiarimenti vuol dire ammettere ancora - nonostante i dubbi - che ci possa essere una buona fede dall'altra parte, che errori possano esserci stati ma imputabili a singoli e non a un sistema...e se non arrivano i chiarimenti allora il giudizio cambia e il sospetto comincia a farsi sostanza. Non farlo, o farlo in TV e sui giornali, vuol dire l'opposto, vuol dire che non c'è il tenativo di capire più a fondo bensì un giudizio già fatto. Da un singolo cittadino si può capire, da chi si accredita come professionista, dirige un gruppo che si fa chiamare centro studi e sceglie di occuparsi di materia tanto delicata, NO. Come dice spesso Alessia ("a occuparsi di certe cose è facile ci scappi il morto, da chi ha una laurea ci si apsetterebbe più rigore") vale a maggior ragione in questo caso.

Fatta questa premessa, successivamente a tutto questo fu chiesto conto al maestro in questione e fu organizzato anche un incontro libero con tutti i suoi allievi per dare loro modo di dire ciò che volevano. Si noti che in tanti anni nessuno di quegli allievi aveva mai detto nulla, ecco perchè nessuno sapeva nulla. Può essere utile comprendere che - pur essendo libertà di ciascuno frequentare i seminari di qualunque maestro - era comune per molti frequentare solo il proprio maestro originario. Proprio negli ultimi anni si stavano creando eventi e occasioni comuni per consentire agli allievi di diversi maestri di conoscersi e scambiare esperienze.

Voglio aggiungere un'osservazione. In un passaggio, Psiche cita il caso del maestro accusato dello schiaffo, dato secondo lei perchè "Unocometanti" non avrebbe portato proseliti. In realtà quel gesto (su cui non mi esprimo perchè non c'ero) era stato dovuto ad altri motivi - credo riportati sul Cesap stesso da Unoconmetanti - e cioè come una "sveglia" rispetto al suo vissuto personale. Il problema del pretendere di portare proseliti mi sembra di capire appartenesse al Gruemp e alla esperienza di Psiche. Sempre lei e sempre sullo stesso caso cita il bacio in bocca che lui avrebbe dovuto dare a sua madre. Anche qui la semplificazione o la confusione fanno danno: da nessuna parte è mai stato detto che a unocometanti fosse stato detto di andare dalla madre a baciarla in bocca, anche perchè così non è. Sempre lei, ma anche tanti altri, hanno poi citato il fatto della coppia che aveva aborito al 9° mese stravolgendolo totalmente, e qui per una volta ci sono le parole dei diretti interessati sul Cesap che proprio agli inizi hanno direttamente condiviso il senso di questa vicenda, poi ripresa e stravolta in maniera rivoltante.
Il punto è che tante persone come Psiche, arrabbiate con A, intervengono su B di cui non sanno nulla ma che gli sembra simile, rilanciando sui forum cose sentite di terza mano, così che una frase magari vera viene progressivamente distorta e ripetuta sempre aggravandola creando leggende metropolitane....e a furia di ripeterla una scemenza diventa una verità.
Rispetto a questo anche il mio giudizio sull'utilità di questi forum è negativo, per cui cerco di scriverci il meno possibile: non tanto perchè sia un discorso tra sordi (che ci sta) ma perchè è un discorso fatto sul niente, in cui ci si accapiglia a dire, smentire o precisare cose di cui il 98% dei foristi non sa nulla.
Mi metto nei panni degli osservatori terzi (alessia, iiliael, etc..) e capisco la difficoltà di orientarsi. L'unico modo reale sarebbe fare quello che ha cercato di fare la Di Marzio, cioè andare a parlare con le persone. Quello che voglio aggiungere - e qui concludo - è che la rifelssione richiesta spesso da Alessia è in corso dal giorno di quella trasmissione su Canale 5. Io personalmente come molti altri miei amici sono stato male a lungo al solo pensiero che le cose raccontate sul Cesap potessero essere accadute nei cerchi: perchè a prescindere dai fatti contestati (su cui parlerà il tribunale) fa parte di noi e del nostro meodo di viverere domandarci sempre "perchè è successo, da cosa nasce".
Una cosa è chiara: che visto l'uso rivoltante che è stato fatto di ogni condivisione offerta nei forum, non sarà certo questo il contesto in cui poter condividere questa riflessione.

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